Le emozioni nel Disturbo Borderline di Personalità
Sezione a cura della Dott.ssa Marika Belleri
Il Disturbo Borderline di Personalità fa parte del cluster B dei Disturbi di Personalità, in cui si raggruppano funzionamenti di personalità che presentano comportamenti drammatici ed eccentrici.
In particolare, il Disturbo Borderline di Personalità è caratterizzato da una forte instabilità emotiva, da un’immagine di sé distorta e instabile, e da sentimenti cronici di vuoto e di inutilità. La persona con un Disturbo Borderline di Personalità può oscillare rapidamente a livello dell’umore, e provare intesi stati emotivi che possono cambiare anche più volte al giorno e perfino nell’arco di pochi minuti, passando da emozioni di forte rabbia, a sentimenti di intenso dolore, a emozioni di paura terrificante, a emozioni di vergogna, a sentimenti di vuoto. Tipicamente, la persona riporta difficoltà nel gestire la rabbia. In presenza di forte stress, possono comparire anche sintomi psicotici transitori, o ideazione paranoide o sintomi dissociativi. Spesso la persona può mettere in atto comportamenti impulsivi, come abbuffate alimentari, sesso promiscuo, abuso di sostanze, guida spericolata, shopping impulsivo, scoppi d’ira. L’impulsività può riguardare anche comportamenti automutilanti, come tagli sul proprio corpo o bruciature, fino ad arrivare a minacce, gesti o comportamenti suicidari. Le relazioni interpersonali di una persona con Disturbo Borderline di Personalità sono tipicamente intese e instabili, e caratterizzate dall’alternarsi di idealizzazione e svalutazione dell’altro, e da sforzi disperati per evitare un abbandono. Nella relazione con una persona con Disturbo Borderline di Personalità può instaurarsi una dinamica relazionale chiamata triangolo drammatico (cfr. Giovanni Liotti), cioè un triangolo relazionale in cui la persona può assumere diversi ruoli e muoversi fluidamente da una posizione all’altra anche nell’arco di uno stesso scambio comunicativo, ad esempio assumendo prima il ruolo di vittima, passando poi al ruolo di salvatore, e spostandosi ancora al ruolo di persecutore
Il nucleo centrale del Disturbo Borderline di Personalità è costituito dalla disregolazione emotiva (Linehan, 2011). L’alterazione dei meccanismi di regolazione della risposta emotiva, a sua volta, deriva da una vulnerabilità emotiva di base e dall’incapacità di controllare le proprie emozioni.
Le persone che hanno una vulnerabilità emotiva di base possiedono (a) un’altissima sensibilità agli stimoli emotigeni, cioè anche un debole simolo emotigeno può provocare una forte reazione emotiva; (b) sentono le emozioni in modo più intenso, quindi la reazione emotiva può essere estrema o drammatica; (c) le loro reazioni emotive durano più a lungo, perché il ritorno a uno stato emotivo di base è più lento. Utilizzando una metafora è come se le persone con un Disturbo di Personalità Borderline fossero dei grandi ustionati emotivi (M. Linehan).
L’incapacità di modulare le proprie emozioni deriva da alcune disfunzioni, in particolare (a) dall’incapacità di riconoscere e esperire le emozioni di base, come la paura, la rabbia, la tristezza; (b) dall’incapacità nel mitigare l’intensità degli stimoli emotivamente rilevanti, tali da riattivare o stimolare emozioni negative; (c) dall’incapacità a inibire risposte emotive secondarie disfunzionali, ad esempio inibire forti sentimenti di vergogna dopo aver provato un’emozione di paura intensa. La persona con Disturbo Borderline di Personalità tende a inibire o bloccare l’esperienza soggettiva delle emozioni negative, perché tipicamente ha un’intolleranza verso la sofferenza. Questo blocco delle emozioni può avere benefici nel breve periodo, perché allevia l’angoscia, però presenta numerose conseguenze disfunzionali nel lungo periodo. In primo luogo, può condurre al non riconoscimento o alla negazione della circostanza ambientale problematica che ha suscitato l’emozione stessa. Inoltre, porta a condotte di evitamento delle emozioni, che hanno come conseguenza lo sviluppo di una sorta di “fobia delle emozioni negative”.
Molti comportamenti caratteristici della persona con Disturbo Borderline di Personalità possono essere interpretati sia come tentativi di modulare e gestire i propri stati affettivi più intensi, sia come dirette conseguenze dell’alterazione dei meccanismi di regolazione emotiva. Quindi la disregolazione emotiva costituisce sia il problema che la persona è chiamata a gestire, sia rappresenta un’ulteriore fonte di difficoltà.
Attraverso la psicoterapia cognitivo comportamentale, in particolare il trattamento dialettico comportamentale (DBT) di Marsha M. Linehan, è possibile lavorare in modo specifico su questa disregolazione emotiva.