Attacchi di panico
Sezione a cura della Dott.ssa Gemma Mazzucchelli
La rapida escalation dell’ansia
Gli attacchi di panico vengono descritti come un’improvvisa manifestazione di ansia e/o come una rapida escalation di quella già presente. Le persone che ne soffrono vivono momenti di intensa ansia e paura che, talvolta, assume i connotati del terrore. La sintomatologia tipica di questi episodi si caratterizza per: palpitazioni, capogiri, sudorazione, sensazione di soffocamento, tremore o brividi, paura di morire, soffocare, diventare pazzo ecc.
Il panico, dunque, può presentarsi in qualsiasi momento ad esempio mentre camminiamo per strada, facciamo la spesa, guardiamo un film e anche durante la notte con risvegli improvvisi. Solitamente questi episodi di panico si verificano in correlazione a momenti di forte stress e stanchezza ma talvolta, invece, non ne comprendiamo la causa.
L’attacco di panico può essere classificato anche in base alla condizione in cui si verifica; può cioè essere dipendente dalla situazione (Agorafobia) oppure può prodursi spontaneamente indipendentemente dalla realtà circostante. L’ultima tipologia avviene inaspettatamente mentre, il primo tipo, si manifesta durante specifiche condizioni ambientali (ad esempio all’interno di un luogo affollato, sull’aereo, all’interno di un ascensore ecc.).
Quando gli attacchi di panico si presentano frequentemente e in un breve lasso temporale allora possiamo parlare di Disturbo da Attacchi di Panico.
Paura della paura
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) per poter fare diagnosi di disturbo da panico vi deve essere una presenza ricorrente e inaspettata di attacchi (almeno due ma solitamente di più) seguiti da un periodo di almeno un mese in cui l’individuo riporta di avere il timore di avere altri attacchi.
Questo meccanismo cognitivo prende il nome di “paura della paura”. Quel meccanismo attraverso il quale il soggetto vive la quotidianità temendo che un attacco di panico possa manifestarsi da un momento all’altro. Il soggetto, dunque, vive costantemente iper-monitorando l’ambiente circostante e/o le sue sensazioni fisiche interne (battito cardiaco, respirazione ecc.) affinché possa rilevarne il minimo cambiamento e possa mettersi al sicuro da ciò che percepisce come minaccia per sé stesso. Frequentemente è proprio questo iper-controllo che favorisce l’innescarsi dell’attacco di panico. Ad esempio, un soggetto che attua un elevato monitoraggio dei cambiamenti fisiologici, percepirà immediatamente un’alterazione del battito cardiaco. Questa percezione comporterà un’ulteriore focus attentivo sul proprio corpo e un relativo aumento del livello di ansia il quale, a sua volta, provocherà un’accelerazione del battito cardiaco. Sarà proprio questo circolo vizioso che favorirà l’innescarsi dell’attacco di panico.
Vivere con queste paure genera una forte sofferenza all’individuo con possibili importanti ripercussioni nella vita quotidiana come l’evitamento di alcuni luoghi, limitazioni nel comportamento e nelle attività svolte fino all’isolamento sociale.
Come trattare gli attacchi di panico?
Utilizzando un approccio Cognitivo-Comportamentale, considerato il metodo elettivo per il trattamento dei disturbi d’ansia, il terapeuta, dopo aver individuato le modalità attraverso le quali il panico si manifesta, dovrà intervenire affinché venga interrotto il circolo vizioso dell’ansia, “la paura della paura”.
L’intervento avverrà attraverso specifiche tecniche quali la psicoeducazione, le tecniche di rilassamento, ristrutturazione cognitiva e l’esposizione situazionale o propriocettiva.
Seguiranno poi altre fasi centrali della terapia quali:
- La riattribuzione verbale;
- l’intervento sui comportamenti di sicurezza ovvero tutti quegli escamotage che il soggetto mette in atto per evitare le situazioni temute che potrebbero innescare il circolo vizioso dell’ansia e provocare un attacco di panico.
BIBLIOGRAFIA
- Adrian Wells (1999). Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia, Edizione italiana a cura di Claudio Sica. McGraw-Hill.
- American Psychiatric Association (2014). DSM 5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore.
- Sassaroli, R. Lorenzini, G. M. Ruggero (2006). Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento. Raffaello Cortina Editore.