Disturbo Borderline e PTSD: nuove frontiere di ricerca
Coloro che soffrono di Disturbo Borderline di personalità vengono spesso valutati dopo aver tentato il suicidio da specialisti in ambito clinico presso il pronto soccorso, servizi di intervento sulla crisi e strutture psicologico-psichiatriche.
Questo tipo di soggetti è stato oggetto di studio per numerosi anni, con particolare focus rivolto agli aspetti relativi al controtransfert negativo che essi suscitano in chi se ne prende cura e solo recentemente si è dibattuto su qualora essi possano essere diagnosticati con Disturbo Borderline o con PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress). In generale si può affermare che la letteratura prodotta in ambito clinico inerente i fattori di rischio sia per un tentativo di suicidio che per comportamenti auto lesivi agiti da persone che soffrono di questo disturbo rimane vaga e generica. Harned et al. hanno pubblicato in questo mese di ottobre uno studio, dimostrando invece che è possibile produrre una ricerca strutturata in questo campo di indagine. Essi hanno studiato 94 pazienti di sesso femminile con Disturbo Borderline di personalità che hanno tentato il suicidio nell’ultimo anno. Una parte dei soggetti sperimentali è stata diagnosticata con PTSD (N=53) mentre l’altra no (N=41). Questi gruppi sono stati poi messi a confronto relativamente a:
- la gravità del Distrubo Borderline;
- la storia relativa al trauma subito;
- elementi anamnestici di comportamenti auto lesivi;
- parallelismo con eventuali disturbi sull’Asse I;
- parallelismo con eventuali disturbi sull’Asse II;
- regolazione ed espressione delle emozioni;
- funzionamento psicosociale;
- utilizzo di servizi di salute mentale;
- assunzione di farmaci.
Le principali differenze tra i due gruppi sono emerse relativamente all’intento suicidiario, ai traumi passati, alla regolazione emotiva ed alla comorbidità con l’asse I.
Uno degli aspetti più interessanti messi in luce dallo studio di Harned et al. è stato che soggetti con Disturbo Borderline di personalità congiuntamente a PTSD hanno mostrato di essere significativamente meno a rischio suicidiario che coloro che sono stati diagnosticati solo con Disturbo Borderline. Se questo vale per quanto riguarda i tentativi di suicidio, non è valido invece per i gesti auto lesivi, che invece risulterebbero egualmente presenti sia nei soggetti con Disturbo Borderline e PTSD che in coloro con Disturbo Borderline.
Un secondo importante aspetto evidenziato da Harned è relativo al fattore scatenante il tentativo di suidicio. Per coloro con PTSD e Disturbo Borderline pare che un elemento di rischio in questo senso sia relativo ai rapporti interpersonali e che essi utilizzino gesti auto lesivi, maggiormente che l’altro gruppo di soggetti, al fine di influenzare gli altri.
Il funzionamento psicosociale, così come la salute mentale e il trattamento medico utilizzato non sono risultati discriminanti tra i due gruppi.
I pazienti con PTSD e Disturbo Borderline con intento suicidi ario sono risultati differire da coloro con solo Disturbo Borderline rispetto alla de-regolazione emotiva ed alla repressione dell’aggressività, ricordando quell’insensibilità emotiva che caratterizza coloro con diagnosi di PTSD.
Questo studio dimostra in sostanza che vi sono differenze qualitative nelle caratteristiche dei soggetti con PTSD e Disturbo Borderline rispetto a coloro diagnosticati con Disturbo Borderline, nonostante le due popolazioni di soggetti abbiano in comune un’elevata incidenza di eventi traumatici che potrebbero far pensare ad una diagnosi simile, variante solo per intensità.